La distopia è un concetto che descrive una società immaginaria, caratterizzata da condizioni di vita estremamente negative, oppressive e spesso disumane. In una distopia, l’individuo è subordinato a un sistema autoritario, ingiusto o decadenza sociale, dove la libertà, la giustizia e il benessere sono ridotti o addirittura inesistenti.
Nei testi distopici, il genere umano è a rischio di estinzione: crisi economiche e squilibri sociali, guerre chimiche e catastrofi naturali, mutazioni climatiche e contagi virali minacciano la sua sopravvivenza, lasciando poco margine alla speranza. La prospettiva dominante quella che ribalta il primato dell’essere umano: l’incontro con l’Altro, che può essere un mostro, un alieno, un automa ribelle, una pandemia, e così via, non è più narrato in chiave antropocentrica: l’uomo non è più al centro del mondo, ma ne è schiavo.
Il protagonista è un eroe che deve compiere un viaggio: legato alla sopravvivenza della specie o semplicemente delle persone care o che tenta, spesso senza lieto fine, di ribaltare la situazione distopica per tornare ad un mondo più vivibile e democratico, in cui i diritti dell’essere umano, considerati inalienabili, tornano ad esserlo davvero.
In letteratura o nel cinema, il tema della distopia può essere definito un sottogenere della fantascienza (o sci-fi, abbreviazione di “science fiction” in inglese): un genere narrativo che esplora mondi, tecnologie e scoperte scientifiche immaginarie, spesso ambientate in futuri lontani o in universi alternativi. La fantascienza si distingue per l’uso di concetti scientifici e tecnologici speculativi che vanno oltre le attuali leggi della scienza conosciuta, ma che sono comunque plausibili secondo una logica interna coerente.
Le distopie spesso esplorano temi come la sorveglianza di massa, la manipolazione della verità, l’ineguaglianza sociale, il controllo tecnologico e il collasso ambientale.
Esempi illustri di libri distopici sono ad esempio il Mondo Nuovo di Aldous Leonard Huxley del 1932 o 1984 di George Orwell pubblicato nel 1948 mentre film o serie TV ormai diventati dei classici sono ad esempio la trilogia di Matrix (Matrix del 1999, Matrix Reloaded e Matrix Revolutions entrambi del 2003) o gli episodi della serie Black Mirror (2011-2019).
Uno dei temi più famosi legati alla distopia, oggi giorno entrato nel dibattito grazie all’uso massiccio, per certi versi obbligato, dell’AI, è quello del rapporto tra uomo-macchina. Ciò che maggiormente viene affrontata è la possibilità che un giorno le macchine possano sostituire l’essere umano, portando così gli uomini, e non più al contrario, ad essere al servizio delle macchine e delle tecnologie. Tanti sono gli interrogativi in tal senso: è possibile fermare il progresso? Avrebbe senso farlo? è possibile, a partire da determinati presupposti etici, limitare l’utilizzo delle tecnologie e i relativi danni verso l’essere umano?
Ancora oggi a queste domande gli esperti non hanno saputo dare una risposta. Ma è certo che bisogna riflettere, soprattutto in questi ultimi tempi, su tutto ciò.
A questo propositivo, la pagina conclusiva del romanzo La Coscienza di Zeno di Italo Svevo, pubblicato nel 1923, ma scrittura a cavallo della Grande Guerra, sebbene non sia un romanzo distopico, non può che risultarci illuminante, quasi profetica. Buona lettura!
La vita somiglia un poco alla malattia come procede per crisi e lisi ed ha i giornalieri miglioramenti e peggioramenti. A differenza delle altre malattie la vita è sempre mortale. Non sopporta cure. Sarebbe come voler turare i buchi che abbiamo nel corpo credendoli delle ferite. Morremmo strangolati non appena curati. La vita attuale è inquinata alle radici. L’uomo s’è messo al posto degli alberi e delle bestie ed ha inquinata l’aria, ha impedito il libero spazio. Può avvenire di peggio. Il triste e attivo animale potrebbe scoprire e mettere al proprio servizio delle altre forze. V’è una minaccia di questo genere in aria. Ne seguirà una grande ricchezza… nel numero degli uomini. Ogni metro quadrato sarà occupato da un uomo. Chi ci guarirà dalla mancanza di aria e di spazio? Solamente al pensarci soffoco! Ma non è questo, non è questo soltanto. Qualunque sforzo di darci la salute è vano. Questa non può appartenere che alla bestia che conosce un solo progresso, quello del proprio organismo. Allorché la rondinella comprese che per essa non c’era altra possibile vita fuori dell’emigrazione, essa ingrossò il muscolo che muove le sue ali e che
divenne la parte più considerevole del suo organismo. La talpa s’interrò e tutto il suo corpo si conformò al suo bisogno. Il cavallo s’ingrandì e trasformò il suo piede. Di alcuni animali non sappiamo il progresso, ma ci sarà stato e non avrà mai leso la loro salute.
Ma l’occhialuto uomo, invece, inventa gli ordigni fuori del suo corpo e se c’è stata salute e nobiltà in chi li inventò, quasi sempre manca in chi li usa. Gli ordigni si comperano, si vendono e si rubano e l’uomo diventa sempre più furbo e più debole. Anzi si capisce che la sua furbizia cresce in proporzione della sua debolezza. I primi suoi ordigni parevano prolungazioni del suo braccio e non potevano essere efficaci che per la forza dello stesso, ma, oramai, l’ordigno non ha più alcuna relazione con l’arto. Ed è l’ordigno che crea la malattia con l’abbandono della legge che fu su tutta la terra la creatrice. La legge del più forte sparì e perdemmo la selezione salutare. Altro che psico-analisi ci vorrebbe: sotto la legge del possessore del maggior numero di ordigni prospereranno malattie e ammalati. Forse traverso una catastrofe inaudita prodotta dagli ordigni ritorneremo alla salute. Quando i gas velenosi non basteranno più, un uomo fatto come tutti gli altri, nel segreto di una stanza di questo mondo, inventerà un esplosivo incomparabile, in confronto al quale gli esplosivi attualmente esistenti saranno considerati quali innocui giocattoli. Ed un altro uomo fatto anche lui come tutti gli altri, ma degli altri un po’ più ammalato, ruberà tale esplosivo e s’arrampicherà al centro della terra per porlo nel punto ove il suo effetto potrà essere il massimo. Ci sarà un’esplosione enorme che nessuno udrà
e la terra ritornata alla forma di nebulosa errerà nei cieli priva di parassiti e di malattie.