di Elisabetta Camboni
“Mio figlio Mio Maestro” di Maria Rosaria Fortini e Paola Kappa è un libro che esplora ed approfondisce il delicato rapporto tra una madre e un figlio nato con una grave malattia. La particolarità del libro risiede nella capacità di intrecciare concetti filosofici e scientifici, in particolare quelli provenienti dalla fisica quantistica, per riflettere sulla natura della realtà e delle percezioni umane. La fisica quantistica, con la sua visione non deterministica e interconnessa della realtà, viene utilizzata per illuminare le dinamiche invisibili che legano i personaggi, evocando una comprensione profonda del legame tra il soggetto e l’universo che lo circonda. Attraverso il racconto della madre e del figlio, il lettore è invitato a riflettere su come la nostra percezione della realtà possa essere influenzata da principi che sfidano la logica ordinaria e la visione meccanica del mondo.
La fisica quantistica è un campo della fisica che studia il comportamento delle particelle subatomiche, come gli elettroni e i fotoni, e le leggi che governano la loro interazione. Queste particelle non seguono percorsi definiti e la realtà stessa sembra essere influenzata dall’osservatore, portando a una visione del mondo molto più fluida e interconnessa.
Nel contesto del libro Mio figlio Mio Maestro, la fisica quantistica è usata per riflettere sul legame tra la percezione e la realtà, sia a livello individuale che universale. La connessione tra madre e figlio, che è al centro del racconto, è vista come un sistema dinamico e complesso, proprio come le particelle in movimento nel mondo subatomico. Ogni interazione, ogni pensiero e ogni emozione hanno un impatto profondo e invisibile sulla realtà circostante, proprio come nella fisica quantistica, dove il comportamento di una particella può essere influenzato dall’osservatore e dalla sua interazione con l’ambiente.
Nel libro, si può osservare come le autrici utilizzino la relazione madre-figlio come una metafora di due particelle che, una volta interconnesse, rimangono collegate in modo indissolubile, anche se si trovano a distanze enormi. Allo stesso modo, la connessione tra madre e figlio è descritta come una rete di legami invisibili che trascendono il tempo e lo spazio, formando una “rete” emotiva e mentale che lega i due protagonisti in maniera profonda e complessa. Le esperienze e le percezioni di uno influenzano l’altro, in un modo che sfida la comprensione tradizionale della realtà.
La fisica quantistica ci insegna che l’osservazione stessa può modificare ciò che osserviamo. Questo concetto è centrale nel libro, poiché il rapporto tra madre e figlio è visto come un gioco continuo di percezioni e reinterpretazioni. Ogni interazione tra i due, ogni pensiero che nasce in uno dei due, modifica la realtà che entrambi vivono. La loro percezione reciproca, e il loro modo di osservare il mondo, plasma le esperienze che condividono, proprio come l’osservatore che modifica la realtà quantistica.
In sintesi, la fisica quantistica nel libro Mio figlio Mio Maestro non è solo un concetto scientifico, ma diventa un linguaggio simbolico per esplorare le dinamiche complesse e invisibili delle relazioni umane. L’idea che la realtà possa essere influenzata dall’osservatore, che le connessioni tra gli individui possano essere simili a quelle subatomiche e che la percezione possa trasformare la realtà stessa, è un tema centrale nel racconto.
Le due autrici ci invitano a considerare la possibilità che la nostra esperienza del mondo sia un intreccio di possibilità, di legami misteriosi e di visioni che vanno oltre ciò che possiamo vedere o comprendere in modo immediato. “Mio figlio Mio Maestro” non è solo una storia di crescita e affetto, ma anche una meditazione sulla fisica quantistica, che stimola a guardare oltre l’apparenza e a considerare la realtà come un insieme di possibilità, in continua evoluzione, proprio come la relazione tra madre e figlio.
Proprio questo pensiero, quindi, può offrirci supporto nei momenti di difficoltà: ci invita a riflettere su come dietro ad alcuni eventi dolorosi possa esserci una lezione nascosta, un principio da comprendere che, una volta assimilato, potrebbe portare a una trasformazione e a un miglioramento personale.