LE DEE LUNARI parte ottava: le Dee Vulnerate – ERA

LE DEE LUNARI parte ottava: le Dee Vulnerate – Era

ERA:
Ed eccoci arrivati alla terza delle Dee “Vulnerate”, che come ricordiamo sono: Demetra, Persefone ed Era, le quali incentravano la loro esistenza intorno al nutrimento, al matrimonio e all’accudimento. Abbiamo già parlato dei Miti di Demetra e Persefone nelle precedenti puntate, oggi ci concentriamo su ERA, la Dea del matrimonio, che incarna il ruolo della moglie fedele, sposata con Zeus, suprema divinità dell’Olimpo, che regnava sul cielo e sulla terra. Veniva molto venerata, in quanto i greci la identificavano nella Grande Madre, quindi dispensatrice di nutrimento, tanto da pensare che la Via Lattea si fosse formata dallo sgorgare del latte dal suo seno, e che le gocce che cadevano sulla Terra generavano splendidi Gigli bianchi, simbolo di fertilità. Era molto bella, ed i suoi gradi occhi incantarono Zeus, con il quale sapeva anche essere molto gelosa e vendicativa, a causa delle continue scappatelle di lui.

NEL MITO:
… Anche lei figlia di Rea e di Crono, che la inghiottì come i suoi fratelli (dai quali temeva di essere spodestato), quando venne liberata era già fanciulla e venne affidata a due genitori anziani, divinità della natura. Era talmente bella che Zeus ne fu subito attratto e per possederla si trasformò in un uccellino indifeso ed infreddolito; ERA, intenerita, se lo mise fra i seni per scaldarlo. Zeus riprese allora le sue sembianze e tentò di possederla, ma lei lo rifiutò, non era disposta a darsi, se non in un’unione ufficiale. Zeus allora, pur di averla, promise di sposarla e di esserle fedele. La loro luna di miele difatti durò trecento anni, trascorsi i quali però Zeus ricominciò le sue scappatelle, suscitando in lei forti gelosie, che la facevano diventare molto vendicativa verso le altre donne ed i figli che concepivano con lui. Un esempio quello della bellissima Callisto, che nonostante fu ingannata e sedotta da Zeus, dovette subire le ire di ERA, che la trasformò in un orso che il figlio ignaro avrebbe dovuto uccidere. Ma Zeus per salvarli, li pose in cielo, fra le costellazioni e li denominò Orsa maggiore e Orsa minore. Tante altre sono le vicende che umiliarono ERA, portandola ad assumere atteggiamenti crudeli e vendicativi verso le altre donne e la loro prole, ma mai verso Zeus. Preferiva magari allontanarsi, tornarsene nei luoghi della sua infanzia, fino a quando Zeus non veniva a cercarla per riconquistarla, affinché lei tornasse a casa.

Per ERA il matrimonio era sacro e lei voleva avere e mantenere una posizione di spicco e socialmente elevata. Il marito doveva investire una carica di alto lignaggio e lei accanto a lui assumeva la sua stessa importanza, un certo prestigio. voleva essere al centro e venerata, e queste scappatelle non umiliavano solo sé stessa e il suo onore, ma anche la sua posizione. Le donne che si identificano con questo archetipo devono ritrovare una fiducia ed autostima in sé stesse, capire che nella vita possono brillare, non solo come conseguenza della loro posizione nel matrimonio, o come prolungamento del marito, ma possono trovare una loro identità autonoma e affiancarla a quella del partner, con il quale stabilire uno scambio paritario. Questo consentirebbe di creare dei rapporti di solidarietà con le altre donne e non di rivalità, e di inquadrare il tradimento, se pur doloroso, in un’ottica differente, dove le responsabilità non sono mai solo da una parte… È un archetipo che è stato venerato, onorato, riverito e nello stesso tempo umiliato, oltraggiato, denigrato, ma che ha avuto la forza di reagire con intensità sia nella gioia che nel dolore. ERA (come altre donne) non è rimasta passiva, ma ha lottato per mantenere il suo ruolo nel tempo e non tradire la sacralità del matrimonio, in cui credeva.

Bisogna anche tenere conto che i Miti che sono emersi dopo l’avvento del patriarcato, spingevano la donna sempre in ruoli subalterni, difatti la “Grande Madre”, che incarnava i vari aspetti di una donna, viene smantellata, perché portatrice di una sua potenza ed un’identità completa, nelle sue multiple sfaccettature, che la rendevano forte, autonoma. Di lei vengono riconosciuti solo i Miti delle Dee che rappresentavano ruoli legati all’accudimento, al nutrimento, alla devozione ecc. ponendola di fatto in una posizione sottomessa, di dipendenza, ma soprattutto togliendole quel potere temuto, nel quale bisognava riconoscerle una sua parità rispetto al maschile. Purtroppo ancora oggi, in molte culture, questo diritto non ha ancora la possibilità di essere riconosciuto e le donne non possono esprimersi nella loro libertà, autonomia ed autenticità.

Paola Mazzarino, consulente in Astrologia e Tarologia psicologica evolutiva.

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